mercoledì 13 febbraio 2013

Sul palco

(autore ignoto)

Sul lato destro del palco un'abitazione a due piani, il secondo piano è un'appartamento aperto dove vive l'oratore scrittore; un tavolo in legno con una macchina da scrivere posizionato in centro e ben visibile, contro la parete sinistra che da sul palco un letto.

- l'oratore è seduto davanti al tavolo, di profilo rispetto alla platea, stà tipando qualcosa in maniera apparentemente tranquilla. Il testo ( che seguirà e sarà chiamato testo 1 ) non dovrà essere molto lungo, circa 60 secondi e l'idea era di farlo raccontare dalla macchina da scrivere, ma Burroughs ha già usato le macchine da scrivere animate nel "pasto nudo".

- variante 1, lo scrittore, sempre seduto, si accorge che la macchina da scrivere continua a tipare anche senza le sue dita. Sconcertato rimane seduto per qualche secondo per poi alzarsi quasi spaventato più per quello che ne esce dalla macchina che per il fatto stesso.

- un'altra possibilità é quella di posizionare il tavolo, la sedia e lo scrittore nel mezzo del palco; leggermente rialzato sopra una pedana e spostato verso il fondo per mantenere dello spazio sul palco davanti alla platea.

- l'uomo si muove su se stesso, con degli spostamenti brevi, quasi a scatto. La macchina lo segue ruotando su se stessa e sobbalzando da un lato all'altro, continuando, con tono sempre più forte, a fare il suo monologo.

Il monologo diventa cantato sempre in toni gravi, ma tutto sommato l'idea non mi piace più di quel tanto, ma continua a martellarmi in testa come un chiodo fisso e non so più cosa farci.

Probabilmente dovrò ancora studiarci sopra ma francamente non ci trovo niente di originale in questa storia, o per meglio dire; in questo inizio di storia.

Io adoro questi luminosi grappoli di verde luce, fatemeli toccare e fatemi assistere alla vita che esplode; vi prego! Non nascondetevi a me, voi conoscete il mito. Adesso, dovete conoscere l'altra vostra metà. Io! e guardatemi, sono io la bestia che avete bruciato e dannato per tutti questi secoli...e in questo oceano di tempo infinito mi sono perso mille e mille volte. Voi, che vi nascondete dietro le vostre mura, mura che crollano sotto il peso del tempo, tutto il tempo che ho combattuto per centinaia di guerre contro un nemico forte nell'ignoranza e nella paura. Venite a me, venite a vedere il superstite della razza degli inferi, il mostro privato della luce del cielo. Che vi aspettavate, l'eternità ho passato nel budello del mondo costruendo il mio solitario impero di leggende, nutrendomi della mia vendetta. Guardate come scava nelle profonde ferite il sale dell'odio; venite fuori voi, e portate i colori del sole e dell'acqua cosi che possa guarire i miei occhi, ed il profumo dei miei boschi antichi da cui fui scacciato per ordine della vostra idolatria, e dov'è questo vostro idolo dello spazio e del tempo. Dove sono le croci infuocate che insanguinavano i cieli notturni carichi di sacrifici innocenti; e sono io; la bestia dannata, nemica di ogni civiltà, il mostro da distruggere pregando il vostro Iddio per ottenere il suo ringraziamento e la vostra salvezza. Mi avete incoronato sovrano delle vostre necropoli sepellite sotto le sante fortezze incrostate dai tradimenti dei vostri guardiani di dei onnipotenti ed invisibili; e già! il mio grande invincibile nemico non é che un riflesso della pozza d'acqua putrida che nascondete sotto il letto.

In un prato candido ed innocente come una pubblicità della kinder un gruppo di cellini sono intenti a ridere ed a scherzare; sempre in maniera candida ed innocente quasi fino alla nausea. Il dolce canto dei bravi ragazzi lindi e cellini infastidisce il diavolo che spunta improvvisamente tossendo e sboffochiando dal sottosuolo, i ragazzi sono impietriti mentre il diavolo si stiracchia.

comincia un monologo il diavolo, interrogando i ragazzi su quello e questo e dandosi praticamente le risposte da solo, visto che i cellini rimangono ancora impietriti più che sconvolti dall'improvvisa apparizione. Il diavolo si zittisce e guarda i ragazzi:

- Beh! Avete perso la favella? Potevate perderla anche prima; accidenti che lagna ragazzi.

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